il 17 Gennaio in decine di piazze si sono svolte manifestazioni contro il ddl sicurezza, per difendere la libertà di pensiero e di dissenso. Anche studenti e giovani si sono attivati nelle scuole, università e piazze di tutto il Paese.
Insieme a numerose associazioni ci siamo attivati per tenere attiva l’attenzione sul ddl 1660, che non possiamo ignorare e che è nell’interesse di tutti denunciare. Stanno venendo compresse tutte le forme di dissenso, che siano pacifiche o meno. Le zone rosse individuate dal governo e i recenti scontri nelle piazze dimostrano però come il ddl sicurezza sia già realtà. “Oggi ci siamo ritrovati nelle piazze di tutto il Paese per dire di no al ddl paura, volto a criminalizzare e reprimere qualsiasi forma di dissenso – dichiara Tess Kukich, coordinatore nazionale della Rete della Conoscenza – c’è un urgente bisogno impellente di impedire la deriva autoritaria del Paese.
…Il DDL sicurezza costringe gli atenei a collaborare con i servizi segreti
Si stanno sommando le attivazioni anche dalle scuole, dopo le numerose proteste già portate avanti nelle ultime settimane. Secondo gli studenti la stretta autoria che il governo vuole applicare nel Paese trova una sua fiera dimostrazione nelle scuole, dopo le numerose querele del ministro e le minacce verso gli studenti che hanno occupato i loro istituti. “Questo governo e Valditara in particolare temono il dissenso – continua Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti- la riforma della condotta e la tempesta di querele provenienti dal ministero dimostrano la volontà di abbattere la partecipazione attiva fra gli studenti”
Il DDL sicurezza non lascia libere neanche le università, costringendo gli atenei a collaborare con i servizi segreti, dando informazioni sulle attività della comunità studentesca e ricercatrice, anche in deroga alle normative sulla riservatezza. “ È a rischio anche la libertà accademica” -conclude Arianna d’Archivio, coordinatrice nazionale di Link coordinamento universitario -il governo e la ministra Bernini intendono comprimere lo spazio di manovra delle organizzazioni studentesche negli atenei.”
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