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Il Ministero per l’Università e la Ricerca ha istituito la commissione Bernini che dovrà “esaminare ed approfondire le criticità afferenti alla carenza di medici e professionisti sanitari nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, a misurare l’entità del fenomeno e a individuare le cause e le possibili soluzioni, con particolare riferimento alla necessità di garantire un accesso sostenibile alle professioni sanitarie”. Si cercherà, dunque, di accogliere tantз aspirantз medicз sulla base di quantз ne richiedono effettivamente ospedali, studi e ambulatori.
Se da un lato istituire un’apposita commissione è un punto di partenza positivo per una riforma delle modalità dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia che metta al centro le esigenze della medicina del territorio e che migliori le attuali modalità di accesso, non possiamo che interrogarci su quale sia la reale direzione che ha intenzione di prendere il Ministero in questa riforma.
Il modello francese consiste in un primo anno identico per tuttз lз aspiranti studentз di medicina/odontoiatria e delle altre facoltà sanitarie.
Non ci sono esami sulle materie, ma due test generali a risposta multipla uno a Dicembre e uno a Giugno, che fanno media l’uno con l’altro. Al termine delle due sessioni, viene stilata la graduatoria, in base all’ordine della quale le persone possono scegliere come continuare i loro studi.
…vogliamo una formazione medica accessibile e che risponda alle reali esigenze del Paese
I test sono molto selettivi poiché i posti a disposizione sarebbero inferiori rispetto allз immatricolatз, e questo oltre a escludere ogni anno migliaia di studentз, alimenta il mercato dei corsi di preparazione privati.
Il risultato è di ottenere un numero molto elevato di studentз fuoricorso o ripetenti al primo anno che si vedono quindi costrettз a trovare un’alternativa.
Inoltre questo meccanismo, in mancanza di finanziamenti per garantire infrastrutture adeguate, pone grosse difficoltà di gestione per mancanza di spazi e aule e un necessario ritorno della dad per consentire allз studentз di frequentare (misura attualmente non prevista dal MUR per le università pubbliche).
Una riforma dell’accesso al corso di Medicina, dal nostro punto di vista, deve partire da un numero programmato che sia basato su un fabbisogno di salute calcolato in base alle reali esigenze dei territori.
Ma questo non ci basta, per avere un reale avanzamento rispetto all’attuale modalità di accesso non possiamo immaginare di allargare le maglie del numero chiuso senza poi aumentare il numero di borse di specializzazione messe a disposizione, nonché investire su strutture universitarie adeguate, nonché sul rifinanziamento di strutture ospedaliere e di medicina territoriale e percorsi di tirocinio nelle stesse.
Oltre il numero programmato attuale, vogliamo una formazione medica accessibile e che risponda alle reali esigenze del Paese!
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